mercoledì 9 febbraio 2011

INFERNO ROM

Qualche madre piange questa notte
sul cuscino uncino della luna
siderale squarcio delle stelle

tra i rovi avvolti spine buie
furiose more di lanterne accese
acide prese di fiamme intrise

e con il vento furia dispettosa
mortale aiuto di carbon bollente
griglia fumante di plastiche arlecchine

sembianze d'uomini di calca lieve terra
forme assopite di bambini neri
aperto luogo casalingo adagio

assalto fuoco o di vile attacco
raccoglie lasciti denti d'oro ossa
gli scheletri di ferro avverso campo

impronte e dita per fosse e cessi
ancora ieri i fruscii dei corpi
tra quei boschetti fetidi mai lindi

nei lidi vuoti rincorse voci liete
la dove il Tevere perde di terreno
estinte grida gelidi arsi nidi

pino de stasio

6 febbraio 2011


Adesso che sono morti dei bambini venite qui, ma prima non c’era nessuno per noi. E allora adesso lasciateci in pace per favore.Completamente affranto, il padre dei tre bimbi dice: Ora posso anche morire, non ho più parole, mentre Elena, la madre dei bambini urla: non voglio andare via, resto qui con i miei figli.
Sul posto è giunto anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il quale ha incontrato i genitori; a dar conforto e rassicurazione non serve a molto in questi momenti, ne è consapevole.Aiutateci - hanno detto i genitori dei bambini rivolgendosi al sindaco - speriamo di avere assistenza. Vorremmo organizzare i funerali in Romania e quindi portare le salme.
È infuriato Gianni Alemanno: Chiamerò il governo e chiederò urlando poteri speciali per il prefetto, perché si possa realizzare il nostro piano nomadi.
Il sindaco attacca la maledetta burocrazia dei cavilli, i ricorsi al Tar dei Comuni, la Sovrintendenza, tutti coloro che, insomma, in questi anni di amministrazione, gli hanno impedito di realizzare i ‘campi regolari, sicuri, autorizzati’.

Questa è una tragedia veramente orribile: è la tragedia di questi maledetti accampamenti abusivi - ha detto Alemanno dopo il primo sopralluogo all’accampamento dove si è verificato il rogo -. Ho lanciato molte volte l’allarme perché questi insediamenti venissero smantellati. Purtroppo ci siamo trovati di fronte a numerosi impedimenti burocratici che hanno rallentato la costruzione dei campi regolari. Una burocrazia maledetta ha bloccato per mesi il nostro piano nomadi e ha prodotto questo effetto. È’ colpa anche della Sovrintendenza che bloccò i lavori alla Barbuta perché trovò non so quale tomba.
I poteri conferiti al prefetto in materia - aggiunge Alemanno - non sono sufficienti. Servono poteri speciali. Dobbiamo costruire campi autorizzati, ben attrezzati, e in grado di garantire condizioni di sicurezza per queste persone. A Roma ci sono già tre aree a disposizione. Non è ammissibile - continua - che queste persone vivano in delle baracche di plastica che con un cerino possono trasformarsi in un forno crematorio, dove si muore in modo così assurdo e vergognoso. In particolare ha chiesto risorse per 30 milioni di euro per attuare il Piano, oltre ai 20 milioni spesi fino ad ora.

La morte dei quattro fratellini a Roma nel rogo della loro baracca: non è una morte caratterizzata, una morte Rom, ma è semplicemente e tragicamente la morte di quattro bambini che vivevano in condizioni di fragilità estrema in una città e in una nazione che ha i mezzi per offrire a tutti i livelli minimi di accoglienza, questa l’aperta denuncia di Raffaele K. Salinari, presidente della Ong Terre des Hommes. Salinari insiste dicendo che: non possiamo fare differenze tra le morti; per noi tutti i bambini sono uguali e introdurre una distinzione significa in parte anche giustificare il problema. Vogliamo ricordare alle istituzioni pubbliche che nella condizione di emarginazione crescente in cui vivono intere fasce di popolazione, e con loro migliaia di bambini, non ci sia assolutamente nulla da trattare in modo speciale, ma che anzi ciò purtroppo rappresenti oramai la normalità e per questo chiediamo più prevenzione e meno emergenza.

Alemanno ha intanto proclamato per mercoledì 9 febbraio il lutto cittadino; il primo lutto cittadino – asserisce – indetto per la morte di nomadi.
Lo stesso primo cittadino aveva riferito di avere ricevuto una telefonata dal Quirinale nella quale il Capo dello Stato aveva espresso l’intenzione di visitare i famigliari dei bambini: si è infatti recato nella giornata di ieri all’Istituto di Medicina Legale dell’Università La Sapienza di Roma, dove si è trattenuto per circa 20 minuti, per incontrare i genitori delle vittime, i quali hanno raggiunto l’obitorio all'interno di un furgone blindato. Presenti anche il sindaco, il questore Francesco Tagliente ed il prefetto Giuseppe Pecoraro.
Al suddetto istituto è in corso l’autopsia sui corpi dei bambini. Le analisi accerteranno le cause esatte della loro morte. L’ipotesi di reato per cui la Procura di Roma sta procedendo è di abbandono di minori, per il momento contro ignoti. Sono inoltre stati fissati per oggi gli esami autoptici sui corpi delle vittime: contestualmente, avverranno anche le iscrizioni nel registro degli indagati. A rischiare di più è la sorella maggiore dei bambini: la ragazza, 18enne, aveva in affidamento i piccoli al momento in cui è scoppiato il rogo.

Intanto, in una dichiarazione, il Capo dello Stato ha espresso: il sentimento di umana solidarietà che con me oggi provano tutti i romani e gli italiani. E’ stata una tragedia che pesa dolorosamente su ciascuno di noi e che ci rende ancor più convinti della necessità di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi. Le autorità locali e nazionali – ha concluso Napolitano - non possono non sentirsi impegnate ancor più fortemente a dare soluzione a un problema così grave in termini umani e civili.

A dar man forte al sindaco Alemanno interviene anche il delegato per le questioni rom, Najo Adzovic : Queste tragedie non devono succedere più. Le istituzioni, le associazioni devono adoperarsi per trovare un alloggio alternativo per mettere in sicurezza queste persone, specialmente i bambini.
Sia che siano fatalità o tragici giochi, disgrazie legate alle difficili e precarie condizioni di vita nei campi nomadi si verificano con allarmante frequenza; quasi sempre, a farne le spese, sono i più piccoli.
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Bimbi rom, il dolore di Napolitano
"Servono alloggi sicuri e dignitosi"
Al richiamo del capo dello Stato si associa il vicepresidente della Commissione Ue, Viviane Reading: "Integrazione in cima ad agenda politica". Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, chiede poteri speciali e nuove risorse per completare il Piano Nomadi. "E se i rom non accettano condizioni chiederò affidamento dei minori"
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Roma – Incendio dell’Appia: indagati i genitori dei quattro bambini rom Mercoledì 09 Febbraio 2011 08:45 I genitori dei quattro bambini rom morti domenica sera in un incendio divampatosi nella propria baracca in via Appia Nuova, zona di Tor Fiscale, sono stati iscritti nel registro degli indagati, accusati di abbandono di minori.

A decidere l’iscrizione il procuratore aggiunto, Pierfilippo Laviani, e il sostituto Maria Cristina Palaia. Secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti dai genitori, la mamma dei piccoli si sarebbe allontanata dall’accampamento insieme al padre per andare a cercare cibo, lasciando la custodia di Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul, alla sorella maggiore. Quest'ultima, maggiorenne, avrebbe disubbidito alla madre andando invece a cercare dell’acqua. Al ritorno delle due donne la tragedia si era già consumata.

Intanto sul caso è intervenuto il Sindaco di Roma Alemanno, profondamente amareggiato per l’accaduto, che alla trasmissione “Uno Mattina” ha dichiarato: “ Servono misure immediate per poter sgomberare subito i campi abusivi e abbiamo bisogno di strutture di emergenza subito utilizzabili: come caserme inutilizzate o tendopoli attrezzate. Questa soluzione - ha proseguito Alemanno - può valere per alcuni mesi in attesa di poter costruire senza impedimenti burocratici i tre campi nuovi che abbiamo progettato. Una volta pronti i campi le strutture di emergenza saranno chiuse e ci saranno quindi campi nuovi sufficienti per sgomberare gli abusivi. Dobbiamo arrivare a dieci campi autorizzati con scolarizzazione dei bambini e la possibilità di intraprendere un percorso di integrazione in modo da creare sicurezza e dare genrazie sia ai nomadi che ai cittadini".

Mirca Erdea, il padre dei quattro fratellini morti, avrebbe inoltre smentito Alemanno in merito alla notizia apparsa ieri di un presunto aiuto offerto a lui e alla famiglia dal Comune di Roma: “Qualcuno dice che non abbiamo accettato accoglienza, non è vero - ha detto Mirca Erdea -. Il Comune e nessun altro ce lo ha mai proposto. Inoltre siamo stati sgomberati più volte. Ora vogliamo solo riportare le salme in Romania: spero che succeda presto, nei prossimi giorni".

Intanto domani alle 17.30 nella basilica di Santa Maria in Trastevere, presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini si terrà una veglia di preghiera diocesana per le quattro giovani vittime.
Susanna D’Antonio


Il luogo dell'incendio

LIVORNO - Quattro bambini sono morti in un incendio che si è sviluppato in una baracca isolata sotto un cavalcavia, non lontana da un campo rom, a Livorno. Le piccole vittime sono tre maschi e una femminuccia. La più grande di loro aveva 10 anni, ha cercato di proteggere gli altri dalle fiamme. Una quinta bambina, che viveva nell'accampamento, è riuscita a salvarsi. Secondo Antonio Giaconi, pm incaricato delle indagini, lo scenario che - almeno dalle prime indagini - potrebbe risultare più probabile è quello di "un tragico incidente", con l'uso "incauto" di materiali combustibili. E forse con una sospetta, grave carenza di vigilanza, da parte dei genitori di alcuni dei bimbi, che sono stati visti allontanarsi mentre divampavano le fiamme. Infatti nella notte i genitori dei bambini morti sono stati fermati con l'ipotesi di reato di incendio colposo e abbandono di minore e incapace (due dei quattro bambini erano sordomuti) seguito da morte. Un reato che prevede la condanna fino a otto anni. Secondo la Procura, l'incendio ha avuto origine all'interno della baracca e i genitori avrebbero commesso una serie di "gravissime negligenze nella vigilanza dei figli".

Il rogo, secondo quanto riferito dai vigili del fuoco, si è sviluppato attorno alla mezzanotte. Al comando dei pompieri è giunta una chiamata, che segnalava un incendio di sterpaglie. Ma quando gli uomini del corpo sono arrivati sul posto, hanno trovato una baracca di legno e lamiere completamente avvolta dalle fiamme. Spento il rogo, sono stati trovati i corpi semicarbonizzati dei quattro bambini, tutti di nazionalità romena:

Eva, 10 anni; Danchiu, 8; Lenuca, 6; Nengi, 4. Danchiu, Eva e Nengi (questi ultimi due sordomuti) erano fratelli.
La bambina più grande avrebbe tentato di proteggere i fratellini più piccoli distendendosi sui loro corpi.

Le testimonianze dei vicini. La baracca in cui hanno perso la vita si trova sotto un cavalcavia lungo Pian di Rota, alla periferia industriale, vicino alla raffineria, in località Stagno. La famiglia, secondo quanto dichiarato dallo zio dei bimbi, si era sistemata lì perché il campo rom di Pisa era pieno.
"Ogni tanto - ha raccontato una vicina - i bambini venivano da me perché volevano imparare l'italiano. Io scrivevo le parole su un foglio e loro le copiavano". I bambini venivano di frequente a farle visita e, ha proseguito la donna, "a volte mi davano anche una mano nell'orto". Tra chi abitava nelle vicinanze, c'è anche chi ha raccontato di avere chiamato i vigili urbani una volta scoperte le baracche sotto il cavalcavia. "Mi hanno detto - ha ricordato il vicino - che si trattava di una sistemazione provvisoria e di chiamare la polizia se ci fossero stati problemi".

Le cause dell'incendio. Il comandante dei vigili del fuoco Alessandro Carraresi ha spiegato: "Non sono stati trovati oggetti particolari atti a servire come innesco". Al momento non viene esclusa alcuna ipotesi. "I romeni utilizzavano fuoco libero per cucinare - ha detto Carraresi - ma normalmente fuori dalla baracca. Forse avevano acceso una candela per illuminare l'interno, e in questo caso l'incidente potrebbe essere fortuito". Il procuratore di Livorno Antonio Giaconi ha riferito di alcune testimonianze, pure contradditorie, di romeni secondo cui "sconosciuti avrebbero gettato bottiglie incendiarie contro le baracche". Quale che sia stata la causa del rogo, secondo il procuratore di Livorno Antonio Giaconi, si configurano in ogni caso "una serie di reati di una certa gravità". Al momento non sono stati presi provvedimenti giudiziari a carico di nessuno.

I genitori sono scappati. In Questura sono stati interrogati i genitori di tre dei bambini morti: vivono di espedienti, lavando i vetri delle auto ai semafori e chiedendo l'elemosina in strada. Si chiamano Nengi Clobotar (il padre) e Uca Calderar (la madre). "Abbiamo la certezza che le due persone notate da testimoni allontanarsi dal luogo dell'incendio sono i genitori": questo ha rivelato il pubblico ministero Antonio Giaconi. Il pm ha spiegato che il fuoco "è divampato nell'accampamento improvvisato, composto da sei-sette baracche tutte distrutte dal fuoco" ed ha precisato che la quinta bambina, appartenente alla stessa comunità, è salva. Dopo i primi accertamenti, è stato individuato con certezza il punto dal quale si sono sviluppate le fiamme.
Il cordoglio di Prodi e il lutto cittadino.
Lunedì si svolgeranno le autopsie sulle quattro salme, un esame fondamentale per capirne di più sulla dinamica dell'accaduto. Intanto il presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha voluto essere informato personalmente sui fatti, ha telefonato al sindaco di Livorno Alessandro Cosimi "esprimendo il proprio profondo cordoglio". Il comune di Livorno ha deciso che nel giorno dei funerali verrà indetto il lutto cittadino e ha sospeso una festa in corso.

(11 agosto 2007)